Biomarcatori in grado di predire la malattia di Alzheimer prima che si manifesti
Un semplice esame del sangue ha il potenziale di prevedere se una persona sana svilupperà sintomi di demenza entro 2 o 3 anni.
Se studi di maggiori dimensioni confermeranno i risultati, il test potrebbe colmare una lacuna importante nelle strategie di lotta contro la degenerazione del cervello, che si manifesta solo in una fase troppo avanzata per essere trattata efficacemente.
Il test è stato identificato in uno studio preliminare che coinvolgeva 525 persone di età superiore ai 70 anni.
Ricercatori hanno identificato una serie di dieci metaboliti lipidici nel plasma sanguigno che distinguevano con il 90% di precisione le persone che sarebbero rimaste cognitivamente sane da quelli che avrebbero mostrato segni di deterioramento cognitivo.
Non esiste ancora un buon trattamento per la malattia di Alzheimer, che colpisce 35 milioni di persone in tutto il mondo.
Diverse terapie sono state valutate in studi clinici nel corso degli ultimi anni, ma tutte hanno fallito. Tuttavia, tali studi hanno coinvolto persone che avevano già sviluppato i sintomi.
Si ritiene che sia difficile arrestare la malattia una volta che si è manifestata.
Sarebbero pertanto utili biomarcatori che consentano l’identificazione dei pazienti prima che i loro sintomi abbiano inizio.
Lo studio è stato condotto di ricercatori del Georgetown University Medical Center di Washington DC ( Stati Uniti ).
Sono state testate le capacità cognitive e di memoria dei partecipanti e sono stati raccolti campioni di sangue, circa una volta all'anno per 5 anni.
È stata impiegata la spettrometria di massa per analizzare il plasma sanguigno di 53 partecipanti con lieve alterazione cognitiva o malattia di Alzheimer, di cui 18 che hanno sviluppato sintomi durante lo studio, e 53 che sono rimasti cognitivamente sani.
Sono stati individuati 10 fosfolipidi che erano presenti costantemente a livelli più bassi nel sangue della maggior parte delle persone che avevano avuto, o stavano per sviluppare, deterioramento cognitivo.
I risultati sono stati convalidati in una serie di 41 altri partecipanti.
Non si conosce precisamente l’origine delle 10 molecole, anche se si sa che sono generalmente presenti nelle membrane cellulari.
Le concentrazioni di fosfolipidi potrebbero in qualche modo riflettere la composizione delle membrane delle cellule neurali.
Un test basato su un set di biomarcatori sarebbe vantaggiosamente semplice.
Se si deve effettuare uno screening della popolazione per individuare i soggetti destinati a sviluppare la malattia di Alzheimer, e che possono quindi beneficiare di un trattamento, è necessario usare materiale a cui è possibile accedere facilmente, come il sangue.
Alcuni gruppi di studio sono alla ricerca di molecole presenti nel liquido spinale o di biomarcatori basati sull’imaging cerebrale, ma sono procedure poco pratiche per l'uso su larga scala. ( Xagena2014 )
Fonte: Nature Medicine, 2014
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